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Innovazione, tecnologia e eco world

 
 
                                                                     

 
"Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo."
Albert Einstein
Questa rubrica vuole essere sguardo sul mondo e sulla sua evoluzione verso il futuro con particolare focus sulle nuove scoperte e sulle innovazioni tecnologiche.
A cura di Carlo Bellino
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ELENCO ARTICOLI


Nr
Descrizione
Autore
1
Carlo Bellino
2
La nuova frontiera del fotovoltaico
Carlo Bellino
3
Volunia il motore di ricerca social
Carlo Bellino
4
Occhiali da fantascienza firmati Google
Carlo Bellino


DAL GIAPPONE SMARTPHONE CHE DIFFONDONO FRAGRANZE



Dal Giappone una novità assoluta: un dispositivo da collegare al telefono (al momento applicabile solo per iPhone) capace di emanare profumi e odori di ogni genere. Progettato dalla società giapponese ChatPerf, che ha rilasciato il primo prototipo con relativo filmato dimostrativo su DigInfo TV, il dispositivo si chiama Scentee ed è un piccolo atomizzatore con serbatoio inglobato che, una volta agganciato allo smartphone (ad oggi funziona solo con iPhone fino al 4S, ma a breve è prevista una versione anche per Android), consente di inviare e ricevere sia odori che profumi: è sufficiente, infatti, cliccare sull’apposito pulsante che appare sul display per rilasciare la fragranza desiderata.
Immaginiamo dei biscotti appena sfornati (un classico del foodstagram, la nuova moda di condividere soggetti legati al cibo tramite Instagram e affini che sta avendo un enorme successo in rete): ebbene, tra non molto tempo dovrebbe essere addirittura possibile inviare ad amici social il profumo dei suddetti biscotti proprio tramite quello che è già stato chiamato smelliphone, ossia cellulare che profuma.
Volendo inviare un messaggio via social network ad un amico che magari sappiamo essere affaticato per eccessivo lavoro, grazie a Scentee possiamo decidere di mandargli insieme al testo un profumo rilassante, oppure usare il dispositivo per aggiungere una determinata fragranza al segnale di notifica delle mail o per rendere ancora più realistici alcuni videogames, accompagnando, ad esempio, il suono dei colpi sparati nei giochi di simulazione all’odore della polvere da sparo o quello dell’asfalto nei giochi di corse di auto. Insomma, le potenzialità ci sono e sono anche numerose, basta solo svilupparle: per questo l’azienda giapponese ha già rilasciato un SDK (Software Development Kit) per creare app da utilizzare con il dispositivo. L’obiettivo finale che si vuole raggiungere è dare la possibilità ai clienti di acquistare tutti i profumi che vogliono contenuti in serbatoi di plastica come quello del prototipo, interscambiabili a seconda della fragranza richiesta.

Autore: Bellino Carlo

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LA NUOVA FRONTIERA DEL FOTOVOLTAICO


Dai laboratori del Mit di Boston una cella solare che si stampa su carta: un’autentica rivoluzione per chi, da anni, si era, ormai, rassegnato al classico pannello solare montato sui tetti delle case o su strutture in alluminio. Sembra difficile da credere, ma l'esperimento ha funzionato davvero, sia su pagine di giornale che su fogli in formato A4. In pratica, una pellicola di celle solari di spessore pari a 100 nanometri (ossia cento miliardesimi di metro, per intenderci cento volte più sottile di un capello) è sufficiente per trasformare un foglio di carta in sorgente luminosa. Queste celle solari vengono costruite all’interno di speciali tubi orizzontali, dove è stato creato il vuoto quasi assoluto e non c'è nessuna traccia di impurezze. Nelle intenzioni di chi ha realizzato questi pannelli ultrasottili la possibilità che a breve tutto potrà essere rivestito con questo materiale: dai vestiti, agli zaini, alle custodie che produrranno energia per alimentare il telefono che contengono, alle tende da campeggio e a quelle delle finestre.
E anche se al momento l'efficienza del pannello stampato su carta è ancora bassa, tanto è vero che solo l'1% dell'energia solare si trasforma in elettricità, per la vendita al pubblico si punta ad obiettivi del 4-5% possibili con la sperimentazione di nuovi ritrovati chimici. Altri promettenti filoni di ricerca del Mit riguardano celle solari che sfruttano nanomateriali sottili e leggeri o che si rifanno alla formula chimica delle plastiche per abbattere i costi. Ma al di là dei pannelli, il progetto sicuramente più ambizioso è quello delle foglie artificiali, ossia dispostivi che cercano di riprodurre la fotosintesi. Ottenere idrogeno e ossigeno partendo dalla combinazione di acqua e sole potrebbe rendere l'idrogeno una fonte su cui poter realmente contare. E in futuro, oltre ai consueti pannelli e agli specchi che catturano i raggi solari, potremmo sentir parlare di alberi artificiali come mera fonte di energia.
Secondo molti ricercatori il fotovoltaico è arrivato al punto in cui o esplode o rischia di scomparire e quasi certamente a fargli fare il salto di qualità non sarà il silicio. Il materiale che oggi ricopre buona parte dei tetti sembra ormai vicino ai limiti superiori di efficienza: le celle solari prodotte in laboratorio riescono, infatti, a convertire solo il 24% dell'energia solare in elettrica ed i pannelli in commercio raggiungono un'efficienza di poco superiore al 15%, con un limite teorico del 31%. Gli incentivi governativi, soprattutto in ambito UE, che fino a pochi anni fa avevano aiutato il settore, ora sono drasticamente calati e quel che è peggio un eccesso di produzione, soprattutto cinese, ha portato, oltre che ad un crollo verticale dei prezzi, anche al timore che i pannelli di vecchia generazione possano restare invenduti e ora che negli Stati Uniti il boom dello shale gas ha di fatto abbassato i costi dell'energia, molte fra le società specializzate nel solare sono fallite. Insomma, un settore che nel decennio scorso era cresciuto a ritmi del 30% su base annua ora si ritrova a boccheggiare: non sorprende, infatti, che nei laboratori più avanzati non si utilizzi quasi più il silicio, ma si cerchino nuovi composti per costruire celle solari innovative.

Autore:Carlo Bellino
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VOLUNIA: IL MOTORE DI RICERCA SOCIAL  

 
Ricorda un po’ i social network e promette di innovare, ma non sostituire, il sistema di ricerca sul web, oggi interamente dominato da Google.

Il nuovo motore di ricerca, presentato da poco sul mercato, si chiama Volunia, un appellativo che nasce unendo la parola volo con luna, per indicare il balzo che l’utente fa utilizzandolo.


Si presenta come un mix tra motore di ricerca e social network. Il motore, di concezione italiana, ha, infatti, due parti contraddistinte dallo slogan ’seek and meet’, cioè cerca e incontra.La parte seek, oltre a trovare i siti correlati alle parole cercate, fornisce una mappa del sito che rimane sempre visibile e consente una migliore navigazione anche al suo interno, mentre quella meet permette la “socialità”, mostrando chi sta navigando all’interno delle pagine cercate e dando la possibilità d’ interagire con lui.

La differenza principale di Volumia in confronto ad esempio a Google, Bing ecc sta nel fatto che oltre alla visualizzazione dei siti correlati alla parola cercata, aggiunge attraverso un’apposita barra una particolare mappa del sito, che si comporta come se fosse una mappa geografica, che permette di migliorare la navigazione all’interno di esso.

Volunia non appare come un motore semantico: ha un’innovazione scalabile che può tollerare milioni di persone e coprire tutto il web, segue l’utente nel suo percorso con una barra aggiuntiva al browser e in qualunque momento della navigazione mostra la mappa del sito come se fosse un percorso geografico.

Ogni sito web presente nell’indice ha sia il servizio a mappa geografica che in forma, ad esempio, di folder. Questo sistema viene creato in automatico, permettendo agli utenti di prendere il controllo del sito, cambiando struttura e gerarchie della mappa. Inoltre, consente di vedere il multimedia selezionato, presente nel sito internet visualizzato, fornendo una panoramica ordinata per livello di importanza. In altre parole mentre esegue la scansione dei web e indici di siti web, si costruisce la classifica con i commenti e le opinioni degli altri utenti.

Chi si aspettava un motore di ricerca ha trovato a sorpresa un social network, che offre in più la possibilità di fare ricerche e amicizie in base ad interessi reali.  

L’esordio di Volunia ha suscitato diversi pareri contrastanti. A poche ore dal via ufficiale aveva già diviso la rete: da una parte gli utenti comuni, estremamente entusiasti, che giudicavano innovativa l'idea di un motore di ricerca social, dall'altra gli esperti ed i blogger della blogosfera, più scettici e poco convinti della bontà del progetto, che non hanno risparmiato critiche.

Una delle recensioni più aspre giudicava soprattutto i risultati delle ricerche offerti da Volunia e ne metteva in evidenza alcuni limiti seppur riconoscendo il fatto che definirlo come un motore di ricerca è sbagliato, in quanto lo si dovrebbe considerare, grazie a tutti i servizi social che ci girano intorno, maggiormente come una piattaforma per cominciare a navigare e commentare siti, navigando, con gli altri membri della community.

Del resto Volunia non è nata con l’obiettivo di sfidare Google nel campo della ricerca, tanto è vero che in questa fase può contare solo su una parte dell’indice, ben più vasto, utilizzato dal motore statunitense, ma dare possibilità che Google non offre, ossia l’opportunità di entrare in contatto con persone che stanno facendo o hanno fatto le stesse ricerche online. Seek & Meet, cerca e incontra, è questa l’intuizione che maggiormente ha affascinato gli utenti.

Volunia è una sfida, prima intellettuale che di business, unisce, tutto in uno, multimedialità, ricerca e social. Forse troppo, ma suggestivo e con la semplicità delle idee che possono trovare il consenso del pubblico. Per capire se il progetto avrà successo o meno bisognerà aspettare ancora un po’.

Per ora a far notizia sono principalmente le critiche, che il team di Volunia dovrà debitamente ascoltare per far evolvere e crescere il sistema.

Per convincere i più scettici dovrà svelare la sua vera identità e come ogni piattaforma che tenta di connettere più persone dovrà affrontare una difficoltà non da poco: finché pochi l'adottano non ha molto valore e, in teoria, finché non ha molto valore, attira pochi utenti.

La speranza è di superare pian piano il momento iniziale per, poi, innescare il meccanismo previsto dalla "legge di Metcalfe", secondo la quale il valore delle tecnologie di rete cresce esponenzialmente con il numero delle persone che le adottano.

Per ascoltare la presentazione di Volumia fatta dalle parole di Massimo Marchioni suo ideatore:

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OCCHIALI DA FANTSCIENZA FIRMATI GOOGLE

Recentemente Google ha presentato Project Glass, un avveniristico paio di occhiali dotati di schermo, telecamera, microfono e cuffie integrate che enfatizzano la realtà e potrebbero ben presto causare la rottamazione di telefonini e tablet di ogni genere.
 
A prima vista sembrerebbe un prodotto uscito da libri di fantascienza, con lenti che ricevono sms, scattano foto e leggono mappe, ma in realtà arriva dall’X Lab di Google.

Da mesi, infatti, nel più assoluto riserbo, gli ingegneri lavoravano a quest’importante progetto nei laboratori californiani di Menlo Park e la decisione, a sorpresa, di renderlo noto impiegando un video su YouTube lanciato attraverso il social network Google+, punta a scatenare la reazione del pubblico per affinare qualità, performance e servizi di un paio di occhiali degni dei super-eroi.

La tecnologia è analoga a quella usata dal Pentagono per i caschi dei piloti dei jet di ultima generazione, che permettono di utilizzare la visiera come uno schermo interattivo che risponde ai comandi vocali e ai movimenti degli occhi. La piccola lente, montata sulla lente destra in alto, funge, infatti, da schermo per ricevere informazioni di vario tipo, dagli sms ai messaggi vocali e dalle previsioni meteorologiche alle mappe interattive, e consente di inviare a voce i relativi comandi per interagire nel cyberspazio, mentre la microtelecamera permette di analizzare le immagini viste dal vivo per scattare foto, girare video o semplicemente chiedere informazioni a Google su cosa fare o dove andare. Ciò è possibile perché i super-occhiali sono dotati di sistema Gps e connessioni G3 e G4, che incrociano in tempo reale le informazioni sulla mobilità con i dati raccolti online da opportuni sensori.

Il video di due minuti e mezzo, lanciato attraverso Google+, mostra, appunto, come l’applicazione dei rivoluzionari occhiali possa trasformare una giornata tipo in una specie di videogame, perché un uomo si sveglia la mattina e, dopo averli indossati, sa all’istante le condizioni del tempo ed ha la possibilità di gestire la propria agenda, ricevendo e inviando comunicazioni scritte, video e audio ( guarda video italiano http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=v_Fd7t2pT9E)

Quando esce di casa, incamminandosi per le strade di New York, mentre si avvicina ad una stazione della metro gli appare sul mini-schermo la notizia che quella linea è chiusa e gli appare una Google-map con il percorso pedonale per raggiungere la stazione più vicina, sistema che poi lo guida con una serie di frecce come se fosse un autentico navigatore.

Lungo il percorso intravede un poster che indica un concerto e ordina agli occhiali di prenderne nota per poi acquistare i biglietti. Dopo, mentre mangia un panino, appare la faccia di un amico con un messaggio di testo in cui gli propone di vedersi e lui risponde semplicemente dettando al microfono la risposta. Fino al finale romantico, che lo vede salire su un grattacielo e sfruttare la microcamera per mostrare alla propria ragazza le immagini del tramonto.

Queste sono solo alcune delle possibili applicazioni di quello che al momento è solo allo stadio di prototipo, destinato, quindi, ad ulteriori miglioramenti prima di poter essere messo in commercio a un prezzo che è ancora sconosciuto, ma che sconvolgerà certamente le nostre normali abitudini.

Autore:Carlo Bellino